Il crescente astensionismo nelle ultime consultazioni elettorali è davvero preoccupante e il “partito” del non voto è ormai il primo in termini di consenso. Una constatazione deprimente che conferma come l’antipolitica sia ormai endemica.
Le cause di questa epidemia sono evidenti: la deriva personalistica dei partiti, la comunicazione che precede l’azione, la distanza ormai siderale tra la politica e la vita quotidiana dei cittadini. Una politica quasi ossessionata dai diritti sociali e invece miope sulla giustizia sociale, sulla sanità, sul lavoro e sull’inflazione galoppante.
Quali rimedi? Sicuramente la partecipazione e la mobilitazione dal basso, partendo, e si è già in ritardo, con delle primarie magari di coalizione per le prossime elezioni regionali in Lombardia. I cittadini devono tornare ad essere protagonisti e al centro dell’attenzione politica. E soprattutto scegliere da chi farsi rappresentare in modo trasparente e democratico e non subire passivamente le candidature per cooptazione.
Per le elezioni regionali in Lombardia il tempo per costruire un’alternativa alla destra sta scadendo e si rischia senza le primarie di sacrificare un candidato magari anche competente ma che gli elettori non sentano prossimo ed espressione del loro territorio. Le primarie sono funzionali ad allargare il campo, a coinvolgere l’elettorato e naturalmente a scegliere il miglior candidato della migliore coalizione possibile.
Cosa si sta aspettando per organizzarle? Non possiamo rassegnarci ad altri cinque anni di governo regionale di destra.
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