Professor Ichino. Nel suo libro “La Casa nella Pineta” lei ripercorre quasi un secolo di storia contemporanea intrecciandola con la sua autobiografia. Che cos’è per lei la Politica?
Il mio impegno politico è nato nel corso dell’adolescenza, direttamente dall’incontro e l’amicizia stretta con Don Lorenzo Milani, che ha inciso profondamente sulla mia formazione. Don Lorenzo mi ammoniva: “tutti i grandi doni che hai ricevuto in sorte generano per te una responsabilità altrettanto grande; devi restituire tutto”. E aggiungeva: “Non c’è modo migliore per restituire che l’insegnamento e la politica”.
Com’è la Politica vista da dentro? Da osservatore a livello nazionale ho notato tendenze ego riferite. A livello locale, mi pare sia prevalso il gioco di squadra ed una progettualità a medio e lungo termine. Cosa ne pensa?
L’esperienza del lavoro nel sindacato prima, poi di quello più schiettamente politico e in particolare del lavoro parlamentare, mi porta a non dare una risposta schematica. Sia al centro che in periferia ho incontrato persone il cui impegno politico era dettato principalmente da ambizione e narcisismo, ma anche tante persone che invece erano mosse principalmente da spirito di servizio. La realtà è che la politica è lo specchio del Paese: non ne è né migliore né peggiore. In essa si riflettono tutti i meriti e tutti i difetti del popolo che elegge i propri rappresentanti.
Un tema centrale a livello nazionale sono le riforme, a partire da quella del lavoro. Perché è così difficile anche solo dibatterne?
Perché quella del lavoro è una materia che incide sulla condizione delle persone direttamente, immediatamente. Per altro verso, nella materia del lavoro accade più facilmente che le misure apparentemente più “protettive” nel caso singolo abbiano conseguenze negative sul piano macro. Questo rende più difficile – e, per certi aspetti, “pericoloso” – il lavoro in questo campo del politico che non voglia cedere alla demagogia: perché qui la buona politica implica spesso scelte nell’immediato impopolari, che richiedono una grande capacità di comunicazione al grande pubblico.
Grazie Professore!
Fabio Catellani
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