Le elezioni regionali del 2018 hanno rappresentato a mio parere il punto più basso della partecipazione della società civile in politica in Regione Lombardia. Ricordo che il Presidente Fontana è stato eletto con circa il 50% dei voti rispetto al solo 29% dei consensi dell’allora coalizione di centro sinistra che sosteneva Giorgio Gori. Il candidato fu individuato molto a ridosso delle elezioni. Praticamente un agnello sacrificale. Quella terribile sconfitta deve averci insegnato qualcosa.
All’indomani della sua rielezione a Sindaco di Milano, Beppe Sala, rispondeva alla domanda dei giornalisti: “E adesso secondo lei si potrà prevedere un effetto traino sulla Regione”? La risposta, più che ovvia fu: “Per avere qualche chances si dovrebbe avere già un candidato e lavorare sodo”. Erano i primi di ottobre. E la mia impressione è che l’opposizione in Regione stia “perdendo” tempo.
Bene. E quindi? Lo scenario politico è radicalmente cambiato e la prossima primavera possiamo davvero far vincere l’alternanza del Governo Regionale. Dopo 30 anni. E’ possibile. E’un traguardo raggiungibile alla nostra portata. E la “politica del leader assoluto” e la “politca della personalizzazione” è in fase calante.
I contenuti ci sono eccome. Contenuti che possono e devono unire.
Quali?
Basterebbe osservare le condizioni nelle quali versa il Sistema Regionale Lombardo per cambiare. E non ci sono alibi: la responsabiltà è solo e soltanto di chi è al Governo della Regione da 30 anni.
Azioni concrete sull’abitare, riorganizzando e ristrutturando l’edilizia pubblica residenziale.
Ambiente, transizione ecologica.
Turismo.
Credo di essere uno dei tanti che sentono la necessità di un cambiamento e che sono disponibili a dare il proprio contributo di cittadini. Perchè il progetto è azione di molti, come la sua realizzazione.
Fabio Catellani
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