“Giorgio Ambrosoli, uomo libero e solo, eroe borghese che avrebbe potuto vivere tranquillo con le sue serene abitudini e invece, per la passione dell’onestà si batté contro il male” (Corrado Stajano).
Lunedì mattina Emmanuele ci ricorda l’appuntamento: alle 22.00 in Via Morozzo della Rocca nella “nostra” Milano. “Qualunque cosa succeda, in ricordo di Giorgio Ambrosoli”. Ci vedremo insieme ad altri amici.
Negli anni ho pensato spesso alla sua famiglia, ai suoi figli, appena più grandi di me. Riflessioni tra memoria e ricordi provando a mettermi nei loro panni. Senza riuscirci ovviamente perché secondo me la memoria è un fatto pubblico, mentre il ricordo non può che essere personale, soggettivo.
Parcheggio la Vespa difronte al Cinema San Carlo e nei pochi passi che faccio per giungere davanti alla casa dell’Avvocato Ambrosoli mi sento fiducioso e soprattutto grato di esserci. Non appena giunto a destinazione, un rispettoso silenzio, persone come me di tutte le generazioni osservano la targa commemorativa illuminata a vista del riconoscimento della Medaglia D’Oro al Valore Civile conferitagli dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi nel 2009 “Commissario liquidatore di un istituto di credito, benchè fosse oggetto di pressioni e di minacce, assolveva all’incarico affidatogli con inflessibile rigore e costante impegno. Si espose, perciò, a sempre più gravi intimidazioni, tanto da essere assassinato prima di poter concludere il suo mandato. Splendido esempio di altissimo senso del dovere e assoluta integrità morale, spinti sino all’estremo sacrificio”.
Un maestro violinista con delle sonate insieme tristi, struggenti e di speranza accompagna con dolcezza agli interventi. Tutti intensi, emozionati ed emozionanti, commossi. Siamo tutti in ascolto in un “abbraccio” collettivo. Cito la testimonianza di Isabella Novembre, figlia del Maresciallo Novembre, che condivide interessanti testimonianze e ricordi personali.
In tutti gli interventi colgo speranza e fiducia, nonostante tutto. Ciò che intendo per “nonostante tutto” è nella storia del nostro Paese e della nostra città. Ci sono libri, film, documentari, podcast: tutto quello che serve per alimentare la memoria, per “usarla nel presente”, perché il bene comune, pubblico viene prima di qualsiasi interesse privato e particolare. Tra i tanti “nonostante tutto” non ce la faccio a dimenticare l’assenza delle Istituzioni al funerale dell’Avvocato Ambrosoli e l’assenza dello Stato anche dopo, come a voler prendere le distanze o peggio ad essere neutrale, in una così drammatica vicenda “isolando” la famiglia. Ecco l’Avvocato Ambrosoli, con il suo martirio, ci ha insegnato il Senso dello Stato, da uomo libero e solo. E “noi” proseguiremo con i nostri figli a percorrere il sentiero che ha tracciato.
Essere cittadini onesti, attivi ed anteporre la comunità al singolo non è impossibile. “Perché tocca a noi, tutti insieme” Monsignor Mario Delpini.
Al temine della commemorazione lasciamo tutti un fiore all’ingresso della casa nella quale abitava l’Avvocato Ambrosoli. Davanti a me in fila il “prof” (il professor Nando Dalla Chiesa) che Barbara ricordava spesso al termine di un esame “Signorina lei è molto preparata: cerchi solo di vincere la sua timidezza”. Ci siamo parlati brevemente e poi i nostri occhi come in uno specchio hanno riflesso le nostre sofferenze.
di Fabio Catellani
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