3 risposte, e spunti di riflessione.
Presidente Conte cosa l’ha spinta nel 2016 a dedicarsi alla Politica? Lei era già un professionista affermato con una carriera ben avviata. Spirito di servizio? Altruismo? Passione?
É stato un modo di onorare il mio divenire milanese, come tante ragazze e ragazzi sono arrivato a Milano giovanissimo per motivi di studio e ne sono stato letteralmente attratto scoprendo le tante città da cui è costituita. Motivo per il quale mi sono lentamente convinto che romani, torinesi, napoletani si nasce mentre “Milanesi si diventa” comerecita il titolo di un famoso libro di Carlo Castellana, si sceglie di diventare milanese quando si arriva qui pronti a sfidare se stessi ed il proprio futuro cogliendo le chance di vita che Milano ti offre. Nel 2016 ho deciso di candidarmi con la lista civica di Beppe Sala da un lato per restituire alla città che mi ha promosso come uomo e come professionista e dall’altro per dimostrare a me stesso e alla mia generazione che è possibile, anzi necessario, occuparsi di politica pur mantenendo la propria autonomia professionale. La passione per la politica, quella trasmessami da mio padre, ha fatto il resto.
Com’è la Politica da dentro? Da osservatore a livello nazionale ho notato tendenze ego riferite. A livello locale, mi pare sia prevalso il gioco di squadra ed una progettualità a medio e lungo termine. Cosa ne pensa?
La differenza sta nel modo di concepire il mandato elettorale, quello nazionale riflette una tendenza a generalizzare, in nome di ideologie e principi per altro non sempre condivisili, e come tali funzionali a dare risposte a un modo di pensare delle persone, non ai bisogni; mentre l’impegno politico locale riflette i problemi direttamente. L’esperienza come consigliere e Presidente della commissione bilancio mi ha permesso di comprendere meglio il funzionamento della macchina amministrativa e, in un comune come quello di Milano, come vengono tradotti in strumenti concreti le proposte su cui si è creato consenso. Un approccio teso a cercare sempre la migliore mediazione possibile. I primi anni dell’amministrazione, dopo il mandato Pisapia e il successo di EXPO, sono stati improntanti all’internazionalizzazione e sviluppo della città (scali ferroviari, Olimpiadi 2026…) pur mantenendo vivo l’insegnamento ambrosiano di accoglienza e solidarietà. A Milano sia in termini percentuali che assoluti abbiamo il maggior investimento in politiche sociali. La pandemia, con il dolore per i troppi lutti, ha spinto a rivedere il modello di città a cui eravamo abituati spingendoci a cercare una discontinuità di proposte nella continuità di una visione di sviluppo e solidarietà. Giunta e consiglio hanno lavorato, seppur nella normale dialettica politica e non senza qualche confronto acceso, collaborando e promuovendo sempre le migliori competenze per ogni obiettivo. Del resto anche in queste elezioni, caso unico in Italia, il candidato sindaco del centro sinistra non è espressione del partito di maggioranza che a Milano ha percentuali ben sopra la media nazionale.
Un tema centrale a mio parere rimangono le politiche abitative pubbliche. In qualità di Presidente della Commissione Bilancio ci può dare qualche riferimento sulle risorse messe a disposizione dal Comune e un suo parere sul futuro prossimo nel rapporto tra Regione e Comune per la gestione dell’edilizia pubblica?
Il tema della casa è uno dei temi piu’ rilevanti per la città, alla luce della pandemia un’attenta riflessione è necessaria. Questa amministrazione ad inizio mandato si è data un obiettivo sfidante dedicando una copertura di bilancio di poco meno di 120 milioni, tra i principali obiettivi raggiunti vi è stato il recupero e l’assegnazione di 2800 case popolari sfitte. Ma non basta, bisognerà migliorare la collaborazione tra la regione con Aler, che gestisce 35 mila appartamenti, e il comune, che tramite MM ne gestisce 28 mila e velocizzare le liste di attesa. Si ripropone in tutta evidenza il varo di un Piano Casa, esteso all’Area Metropolitana ( molti milanesi vivono a Milano e abitano nei comuni vicini). E’ uno degli impegni al quale deve attendere l’amministrazione Comunale d’intesa con la Regione e il Governo .
Fabio Catellani
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