Prendo spunto dal capolavoro letterario di Gabriel Garcìa Màrquez per riflettere sull’amore e sulle relazioni tra le persone ai tempi del COVID 19 e della sua onda lunga che può sempre travolgerci, perché l’amore è forte come la morte.
Negli ultimi due anni ho osservato con curiosità tre fenomeni di questi tempi.
La battuta d’arresto dell’auto narrazione intesa come “posto quindi sono”: ho il mio ruolo nella società, le mie amicizie reali alla quali sostanzialmente narro. Sono stato in montagna, ho avuto un aumento, ho preso l’elicottero, i miei figli sono bravissimi, la vita è perfetta, perché la vita è raggiungere obiettivi pianificati con sistematica efficienza. L’auto narrazione sta riprendendo lentamente il suo posto nelle relazioni sociali ma a mio parere è uno strumento “di costruzione” sociale molto fragile in quanto egoriferito ed applicabile a piccole comunità.
La rassegnazione e la lamentela sono stati molto forti sulle persone più fragili che hanno costruito muri invalicabili tra loro e il mondo. Rendendole ancora più individualiste ed autocentrate.
La speranza e la fiducia hanno invece unito chi ancora non trovava una comunità più ampia nella quale riconoscersi collaborando a creare un ponte di solidarietà di prossimità, di vicinato. Ha unito persone con valori forti poco inclini all’individualismo e aperte ad affrontare anche le sfide più dure sorridendo, con la consapevolezza che insieme sarebbe stato più facile. Da questo approccio sono nate amicizie prima a distanza poi in presenza, si sono letti libri, si sono scoperte nuove passioni. Sicuramente è sbocciato anche qualche amore. Perché la vita è la vita nonostante tutto.
“Capita che sfiori la vita di qualcuno, ti innamori e decidi che la cosa più importante è toccarlo, viverlo, convivere le malinconie e le inquietudini, arrivare a riconoscersi nello sguardo dell’altro, sentire che non ne puoi più fare a meno… e cosa importa se per avere tutto questo devi aspettare cinquantatré anni sette mesi e undici giorni notti comprese”? Gabriel Garcìa Màrquez
Io rispondo: “non importa, ne vale pena”.
Fabio Catellani
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