Un dato che fa riflettere. E che preoccupa. Per il futuro.
I dati ufficiali a consuntivo (fonti del Comune di Milano, Prefettura e Ministero degli Interni) confermano che solo il 47,72 % degli aventi diritto ha esercitato il proprio diritto/dovere garantito dall’articolo 48 della nostra Costituzione: “Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico…”.
Da anni mi interrogo sulla diminuzione della partecipazione ma trovo solo spiegazioni retoriche.
Da un lato è evidente la perdita di fiducia collettiva nella Politica che ha senza dubbio anche ragioni fondate, dall’altro non mi rassegno alla demagogia degli ultimi anni per la quale “tanto non cambia nulla…sono tutti uguali, le cose non si possono cambiare”. Essere cittadini, onesti, attivi, partecipi ed anteporre la comunità al singolo è possibile!
Personalmente credo che tocchi tutti a noi, insieme. Non ci possiamo sempre voltare dall’altra parte e lamentare con affermazioni ego riferite e generalizzate che cercano sempre un capro espiatorio o peggio un alibi. Io ed altri amcici ci siamo alzati e ci siamo detti “Cosa possiamo fare”? Dare l’esempio ai nostri figli e testimoniando quotidianamente che la Costituzione Italiana sia stata una conquista repubblicana. E che i valori che l’hanno ispirata siano principi comuni a tutti noi. Praticando una politica di prossimità di gentilezza e di ascolto.
Il fenomeno della bassa affluenza alle urne non è certo solo italiano. In altri Paesi è stato affrontato in modo da rendere sempre più accessibile il voto.
Penso alla Germania dove l’astensionismo è stato affrontato nell’ultimo decennio con misure ad hoc per “facilitare” l’esercizio del proprio dovere come ad esempio con il voto per corrispondenza ed altre forme. In questo modo la disaffezione al voto è stata mitigata.
In Italia ho l’impressione che noi si sia ancorati agli anni 50, seggi tradizionali, scuole seggi che rimangono chiuse per due o tre giorni favorendo la diaspora nelle località turistiche, come se il voto sia marginale rispetto ad un fine settimana.
Gli elettori erano preoccupati per il COVID? Nei seggi era richiesto solo un documento d’identità ed il certificato elettorale.
Davvero con il livello tecnologico raggiunto negli ultimi anni non esistono alternative al seggio tradizionale? Spid, autenticazioni a due fattori ed altro non sono implementabili? Io non ci credo. Dovremmo lavorarci per rendere la partecipazione più ampia e consapevole.
Per quale ragioni per le amministrative si comunica poco sul “quando e come votare”?
Io credo ancora ad una politica che torni a sognare; il sogno non è utopia è qualcosa che si può realizzare, non può esistere un mondo senza politica che è la base del nostro vivere comune e trovare continue sintesi, l’importanza del dialogo per riconoscere l’altro e naturalmente non dimenticare mai la funzione della memoria nel regno della cronaca. Dobbiamo accorciare la distanza della Politica dai cittadini. Si può fare, è un cammino lento ma si può e si deve percorrere.
E io ed altri amici costruiremo ponti laddove sarà necessario.
Fabio Catellani
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